Tablet dei miracoli

TABLET DEI MIRACOLI di Umberto Tenuta

CANTO 402 TABLET DEI MIRACOLI CHE NESSUNO FA.

Non li fa nemmeno il Tablet.

Se non lo usi per fare.

E solo dopo per vedere.

E solo alla fine, ma proprio alla fine, per ascoltare e per leggere.

 

Come sempre.

I fautori e gli oppositori.

Bianco aut nero!

Vero aut falso.

Signori miei, non c’è il bianco senza il nero.

Nella notte nera tutte le vacche sono nere.

NO, che Diavolo di Tablet!

SI, il Paradiso del Tablet.

Ora il Tablet fa tutto.

Legge, scrive, suona, canta…

Basta consegnare un Tablet ad ognuno dei venticinque studenti e il gioco è fatto.

Il gioco dello studente che non impara niente.

Il gioco del docente che non insegna niente.

Signori miei, agli uomini nessun dio pietoso ha mai regalato niente.

Tutto l’uomo si è dovuto conquistare con la sua mente!

E ti guadagnerai il pane col sudore della tua fronte!

Anche col Tablet gli studenti non imparano niente, se non imparano ad usarlo per imparare.

E ad usarlo ci deve essere qualcuno che il Tablet aiuta ad imparare.

Imparare ad usare il Tablet.

Imparare ad usare il Tablet per imparare.

Altro il docente non deve fare.

Imparare ad imparare.

<<Maestra, aiutami a fare da sola!>>(Maria Montessori).

Imparare!

Tu, Maestra, non devi riempire la testa dei tuoi studenti, non devi riempirla di tutte le nozioni che trovi sull’enciclopedia.

Non ci riuscirai.

E se ci riuscissi, non servirebbe a niente.

In breve lasso di tempo tutte le conoscenze diventeranno obsolete!

−Allora, non faccio niente!

−No, Amica mia, tu sei pagata per far imparare ad imparare, ma soprattutto per innamorare ad imparare.

−Ed il Tablet ti può aiutare!

−Tu sai bene che ad imparare si impara facendo.

Se ascolto, dimentico.

Se vedo, ricordo.

Se faccio, capisco.

VICO: Verum et factum convertur!

E Bruner:: <<Se è vero che l’abituale decorso dello sviluppo intellettuale procede dalla rappresentazione attiva, attraverso quella iconica, alla rappresentazione simbolica della realtà, è probabile che la migliore progressione possibile seguirà la stessa direzione>>[1].

Certamente il TABLET non può regalarci la rappresentazione attiva, costituita dagli oggetti materiali.

Ma ci può regalare quella virtuale, presto tridimensionale.

E gli studenti sul TABLET possono fare, possono operare, possono spostare sull’ipotenusa i quadratini costruiti sui due cateti.

E così comprendere il Teorema di Pitagora.

Dopo il fare con gli oggetti concreti si passa al fare con gli oggetti virtuali, fare molto più efficace della rappresentazione iconica.

Si pensi a tutto quello che si può “fare” sul TABLET nell’apprendimento della Botanica, della Zoologia, della Geografia ecc. ecc.?

Ed allora, non basta portare i TABLET nelle aule!

Ciò che è veramente importante è far apprendere agli studenti come utilizzarlo per imparare.

Problem solving.

Orsù, piccoli laboratori nelle aule!

I tavolinetti accostati per quattro studenti che lavorano assieme (Cooperative learning).

Oplà!

A scuola non si fanno miracoli.

A scuola non si impara ascoltando la LEZIONE del docente.

A scuola non si impara guardando le MAPPE CONCETTUALI sulla LIM.

A scuola si impara sporcandosi le mani con l’argilla.

A Scuola si impara manipolando oggetti bidimensionali e, meglio ancora, tridimensionali.

Anche sui miracolosi TABLET!

 

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:

http://www.edscuola.it/dida.html

 

[1] (BRUNER J. S., Dopo Dewey, Armando, Roma, 1964, p. 17).